Uno Nessuno Centomila

Uno Nessuno Centomila

RECENSIONETREDICI

Uno Nessuno Centomila
-OVVERO-
“Stay Hungry, stay Foolish”

Uno Nessuno e Centomila sono in ordine:

l’imprecazione che ho tirato finendo il libro
il numero di lettori a cui consiglio sta roba
i soldi che dovrebbero spettarmi per averlo sopportato fino alla fine.

Quest’anno il libro spegne 90 candeline e, proprio come mio nonno, è prolisso, antiquato e leggermente sessita. Vitangelo Moscarda è un figlio di papà viziato e apatico. Non avendo nulla da fare tutto il giorno -a parte rompere le scatole alla moglie- decide di mandare a fangulo la sua vita con uno sclero insopportabile fatto di frasi quali “nessuno mi capisce” “chi sono io veramente?” e “è mai possibile definirsi?”. Frasi dall’altissimo spessore morale che troviamo anche negli album dei Placebo e nei diari dell’adolescente medio.

Uno Nessuno Centomila

La mia reazione al personaggio Moscarda e a tutto ciò che rappresenta

Per farla breve: Vitangelo si accorge che ha il naso storto e da qui inizia un delirio adolescenziale sulla percezione; la scissione mente-corpo, l’inconoscibilità interna ed esterna. In tutto questo Vitangelo riesce a: picchiare la moglie, picchiare il cagnolino, umiliare diverse persone e farsi sparare. Vi giuro, se avessi potuto entrare nel libro e prenderlo a schiaffi lo avrei fatto. Sta zecca apatica e viziata.

La scrittura è lenta e prolissa, la storia in se è breve, ma i continui vaneggi del narratore su: io non ti capisco tu non mi capisci nessuno si capisce dramma sembrano più un delirio di un ragazzino che piange al buio in cameretta. Cioè voglio dire, ci siamo passati tutti, ma dopo i 18 anni i miei CD dei Placebo sono stati messi da parte. Il mondo non fa schifo, se ti impegni puoi anche essere felice e l’autocommiserazione è una cagata.

3 pensieri su “Uno Nessuno Centomila

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